L’Ufficio Esecuzione Penale Esterna è un ufficio periferico del Ministero della Giustizia, che è presente più o meno in tutte le province italiane.
Il suo compito principale è gestire e monitorare l’esecuzione delle misure alternative alla detenzione e delle pene non detentive, come l’affidamento in prova al servizio sociale (https://avvsarabattistini.it/senza-categoria/la-messa-alla-prova-map/), la detenzione domiciliare, e la semilibertà.
Cosa fa quindi l’UEPE?
1. Supporto e Monitoraggio
L’UEPE segue i detenuti che vengono ammessi a misure alternative alla reclusione, monitorandone il comportamento e il rispetto delle condizioni imposte dal tribunale.
2. Riabilitazione:
L’ufficio svolge un ruolo cruciale nel processo di reintegrazione sociale dei condannati, aiutandoli a reinserirsi nel tessuto sociale e lavorativo, riducendo il rischio di recidiva.
3. Collaborazione:
L’UEPE collabora con altre istituzioni pubbliche, enti locali, e organizzazioni del terzo settore per creare percorsi di inclusione e sostegno.
Come funziona a livello operativo?
L’UEPE conduce una valutazione socio-criminologica della persona, per comprendere la sua situazione personale, sociale e le sue potenzialità di reinserimento.
In base alla valutazione, viene predisposto un piano individuale di trattamento che include attività lavorative, formative o di volontariato, che l’individuo deve seguire.
Gli assistenti sociali e gli operatori dell’UEPE monitorano periodicamente la condotta della persona e relazionano al magistrato di sorveglianza (nel caso di misure alternative alla detenzione) o al giudice del tribunale (nel caso della MAP) eventuali progressi o problematiche.
Questo ufficio ha dunque un ruolo fondamentale nel promuovere un approccio di giustizia riparativa, che mira alla riabilitazione e al reinserimento piuttosto che alla sola punizione.
A Pistoia purtroppo servirebbero molti più operatori per garantire efficienza nel funzionamento dei servizi; spesso siamo noi avvocati a sopperire alle mancanze dell’UEPE, attivandoci per cercare gli enti che accolgano i nostri assistiti, coordinando le comunicazioni tra gli enti e l’UEPE, verificando che vengano fatti i controlli, depositate le relazioni in tribunale e rispettate le tempistiche imposte dai magistrati.
A volte nonostante il nostro impegno e la nostra sollecitudine, le udienze vengono ugualmente rimandate perchè l’Uepe non ha svolto o non ha comunicato di aver svolto il relativo adempimento della specifica fase: e purtroppo chi ne paga le conseguenze, economiche e non solo, è sempre colui che dovrebbe invece essere supportato nel percorso di recupero.
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