E’ un dispositivo che serve a monitorare le persone sottoposte a restrizioni della libertà personale, come ad esempio chi è agli arresti domiciliari o chi ha il divieto di avvicinarsi a qualcuno (come chi è accusato di stalking o maltrattamenti familiari).
Si tratta di un braccialetto che viene fissato al polso o alla caviglia e che, essendo dotato di GPS, permette di controllare gli spostamenti del soggetto a cui è applicato.
Il braccialetto funziona a pile ed è collegato tramite la rete internet alle forze di polizia: nel caso la persona si allontani dall’area in cui deve rimanere o si avvicini alla sua vittima, scatta l’allarme.
A quel punto carabinieri o polizia intervengono immediatamente.
Il braccialetto elettronico è impiegato dunque sia per ridurre il sovraffollamento nelle carceri, sia per rendere più semplici ed immediati i controlli sulle misure cautelari, sia per evitare la carcerazione preventiva.
Ovviamente, nel caso la persona che è sottoposta a questo vincolo non rispetti le prescrizioni, le misure cautelari vengono inasprite di conseguenza ed in sede di sentenza i giudici valutano questo comportamento nell’eventuale condanna, laddove non costituisca addirittura un altro reato (come l’evasione).
Nella mia esperienza è molto utile quando si devono tutelare le donne vittime di reati di genere, ma purtroppo viene talvolta usato anche per casi in cui non sarebbe affatto necessario; questo comporta che manchino poi i dispositivi per i casi realmente gravi ed in cui davvero vi è pericolo di reiterazione del reato.
Infatti, come si può intuire, i braccialetti in dotazione alle forze dell’ordine sono un numero limitato e richiedono inoltre l’intervento di tecnici specializzati, sia per essere applicati, che per sostituire le pile, che per tutte le altre esigenze che un dispositivo digitale può richiedere.
Si sono verificati casi in cui il braccialetto doveva essere tolto e ciò non è stato possibile per disguidi tecnici; oppure anche il contrario, ovvero doveva essere messo immediatamente e si è tardato per molti giorni, mettendo quindi in pericolo chi doveva essere protetto e rischiando che il soggetto fuggisse o compisse altri reati.
Come ogni device altamente tecnologico è fondamentale che il personale sia formato per poterne fruire; proprio come a noi avvocati è ormai richiesto di essere quasi degli informatici per poter accedere alle piattaforme ministeriali e lavorare su esse, ugualmente dovrebbe essere obbligatorio per gli operatori delle forze dell’ordine di saper utilizzare tutti i dispositivi tecnici moderni.
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